Ma chi è Pleto Ple? E soprattutto, ci è o ci fa? Non lo sapremo mai… o meglio, lo
sappiamo già: ci è e ci fa! La serietà assoluta e asburgica con cui Pleto, al secolo Maurizio
Pleuteri, mischia le carte in tavola, lo mette al cospetto di clown tragici straordinari come,
uno per tutti, Karl Valentin, il grande cabarettista bavarese, maestro dell’assurdo e del
non-sense, capace di trasformare la banalità quotidiana in una vertigine esistenziale, con
quel suo umorismo stralunato e malinconico che anticipava Brecht, Beckett e Ionesco.
Pleto Ple cammina sulla stessa corda tesa, equilibrista concentratissimo e imperscrutabile
sospeso tra il ridicolo e il tragico. Performer, scrittore, regista, fotografo, fondatore del
collettivo Obelisco Production, Pleto attraversa generi e linguaggi come un funambolo che
non cerca l’applauso, ma la verità, quella scomoda e disarmante. Ma una sua verità, non
una verità assoluta. Una verità infraordinaria, per dirla con Perec, quotidiana, che cerca
non nella chiarezza, non nella luce ma nello sberleffo, nella piroetta, nella foschia, nella
terra umida della sua Brianza velenosa. Nella costante, compulsiva compresenza di
persona e personaggio, di Caos e Cosmo, di Vita e Arte. Le sue opere – dal surreale video
Christ – Corona di spine, animazione feroce e delicata insieme realizzata come molte altre
opere con i suoi due aiutanti magici Diego e Aronne, sempre Pleuteri, ai reading
paradossali de La figa non esiste e altri racconti, fino a performance come Bewood e
Metamorphosis, tentativo di mettere radici nella terra il primo, e di inglobarsi in un unico
essere vegetoumano il secondo, entrambi destinati per loro stessa natura al fallimento –
ruotano attorno ai grandi temi dell’incomunicabilità, dell’alterità, dell’incapacità che
caparbiamente si ostina a insistere. Un romantico, dunque, nel senso di Sturm und Drung,
tempesta e passione, ma con una cifra ironica, surreale e provocatoria che non cede mai
al cinismo né allo scoraggiamento, perché sempre pervasa da un senso profondo di
fragilità e di tenerezza.
Pleto ci è. Un uomo appassionato, sensibile, in perenne equilibrio sull’orlo dell’abisso che
accompagna ciascuno di noi. E ci fa. Interpretando per noi, e per se stesso, il suo
personaggio tragicomico, intenso, surreale, uno sciamano bizzarro che si veste di
peluches e malinconia. Regalandoci, tra le risate e le lacrime, senza capire se di pianto o
di risa, una visione del Mistero che a noi, comuni mortali, sarebbe altrimenti esclusa.
Andrea Contin***
02/05/1967
pletople@obeliscoproduction.art
Formazione scolastica
- Accademia di Belle Arti di Brera – scenografia (2003)
Formazione artistica
- TMN The Momentary Now – scuola di performaces di Marcella Vanzo (2019-2020)
- Andrea Cosentino e Roberto Castello (2018) – teatro
- Teatro delle Moire (2018) – teatro
- Nudoecrudo Teatro (2017) – teatro
- Tindaro Granata (2017) – teatro
- Camilla Barbarito e Arianna Scommegna (2016) – teatro
- Giorgio Sangati (2015) – scrittura
Riconoscimenti
- selezionato al Mediterraneanartprize 2023 sezione performance/video/fotografia/installazione con BEWOOD
- Artista selezionato a ARCIPELAGO 2022 con la Obeliscoproduction, la collezione Biagi acquisisce i video CHRIST e 4 stampe della NEXTGENERATION
- Primo premio Artkeyes 03 2021 con la performance BEWOOD e finalista con l’installazione ANIMAL SURVIVAL INSTRUCTIONS
- Finalista premio Artkeys2022 sezione scultura installazione con PINKWOLF & YELLOWELEPHANT
- Vincitore del premio La città sul ponte di Firenze per la sezione teatro – con UN POVERO VECCHIO
- Finalista premio Festival DeSidera di Trieste con CHRIST– PINKUNICORN – PANTIES
- Finalista premio ExibartPrize 2020 come percorso artistico complessivo
- Finalista premio Artkeyes 02 2020 con CHRIST – CORONAdiSPINE
VIDEOPRESENTAZIONE
***Andrea Contin (Padova, 1971), diplomato in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna e laureato in Psicologia all’Università di Padova, è artista, docente, curatore, giornalista freelance e cartomante part-time. Ha esposto in numerose mostre personali e collettive e partecipato a premi e residenze in Italia e all’estero. Ha ideato e presenta Corpi sul palco®, rassegna annuale di performance con Teatro Linguaggicreativi di Milano, e Corpi 2.0®, programma nomade di residenze dedicate alla performance. Scrive per Robinson di Repubblica ed è Caporedattore Arte di Cultweek, ha tenuto seminari e conferenze in musei e istituzioni e ha insegnato al Liceo, in Accademia, all’Università, in Comunità per minori e in carcere.